gruppo lavoro psicoterapeuti carlo zarmati

L’elemento centrale della psicoterapia è la relazione che si costruisce tra la persona del paziente e la persona del terapeuta.

In questa dimensione emotiva, relazionale, cognitiva ed affettiva c’è, per il paziente, la possibilità di vivere un’esperienza riparativa rispetto a relazioni significative che hanno avuto caratteristiche disfunzionali, c’è la possibilità di potenziare un processo di individuazione e differenziazione che è alla base della costruzione di un Sè funzionante e di riuscire ad integrare parti di sé naturalmente distinte senza correre il rischio che rimangano separate e sviluppino in modo scisso esigenze personali non sopprimibili.

Se quanto sopra è vero e, tutte le ricerche sull’efficacia della psicoterapia mettono al primo posto come elemento decisivo la relazione terpeuta-paziente, questo significa che anche la persona del terapeuta è altrettanto coinvolta e il suo funzionamento e la sua consapevolezza rispetto ai suoi meccanismi di gestione relazionale sono parte integrante del processo terapeutico.

La mia esperienza di questi ultimi anni di lavoro sulle relazioni primarie, sulle modalità con cui si strutturano e sull’imprinting che lasciano in quella che Stern chiama “conoscenza relazionale implicita”, mi ha confermato le grandi potenzialità di ampliamento delle risorse terapeutiche nel momento in cui ciascun terapeuta acquista una progressiva conoscenza dei suoi meccanismi relazionali e riesce a finalizzare in modo utile le proprie caratteristiche nella relazione con il paziente.

Questo significa lavorare perché l’implicito diventi esplicito e perché si possa collegare ciò che oggi può apparire un comportamento automatico dentro la relazione, con la sua origine e il contesto emotivo che permeava quella relazione primaria.

L’acquisizione di questa conoscenza permette al terapeuta di stare in modo molto più consapevole nella relazione con il paziente, di prendere contatto e confidenza con i suoi stati emotivi di fondo e di ricorrere meno ai suoi meccanismi di difesa.

La ampliata flessibilità relazionale del terapeuta permette al paziente di essere accolto in modo più pieno e di vivere un’esperienza trasformativa nel momento in cui la relazione con il terapeuta diventa la “base sicura” da cui partire per un’esplorazione nuova e più efficace del funzionamento di Sé.

Le più recenti conoscenze delle neuroscienze danno particolare importanza ai meccanismi di apprendimento implicito in campo relazionale e ai meccanismi di copia rispetto ai segnali di minaccia e sicurezza che vengono percepiti e ai comportamenti conseguenti che vengono attivati.
Quanto sopra entra inevitabilmente a far parte della relazione tra terapeuta e paziente.

E’ particolarmente importante che il terapeuta abbia una buona conoscenza e una buona capacità di gestione dei suoi schemi relazionali perché questo gli permetterà di lavorare con il paziente sulla consapevolezza dei meccanismi impliciti che il paziente stesso utilizza anche nel rapporto con il terapeuta.

Ciò permetterà al paziente di recuperare le caratteristiche peculiari e non consapevoli delle sue relazioni significative che sono poi diventate un “tratto” della sua personalità.

Portando avanti queste riflessioni ho maturato l’idea di proporre un gruppo di lavoro personale per psicoterapeuti.

Perché un lavoro di gruppo?

Perché è uno strumento agile che ben si addice a chi ha una formazione psicoterapeutica e ha una cultura e un livello di consapevolezza che gli permettono di entrare in contatto con parti di sé “sensibili” con maggiore facilità.

Inoltre, la dinamica di gruppo è un fortissimo amplificatore delle risorse psichiche messe in campo e della intensità attivata.

La terapia di gruppo è uno strumento di lavoro personale che è costituito da ulteriori elementi non presenti in un lavoro individuale, in una dimensione di concretezza relazionale che la rende incisiva e “naturale”, in cui la partecipazione può contemporaneamente focalizzarsi su aspetti personali e identificarsi in contenuti altrui che favoriscono, attraverso un processo di coinvolgimento diretto e indiretto, una elaborazione più articolata e complessa.

Poiché la supervisione è un elemento importante nella attività psicoterapeutica, ho immaginato che, a completamento del lavoro personale, durante l’attività di gruppo ci possa essere uno spazio che verrà riservato a momenti di supervisione che saranno centrati non sugli aspetti “tecnici” di intervento, ma sulle dinamiche relazionali del terapeuta all’interno della specifica esperienza di terapia con “quel” paziente.

E’ quindi la prosecuzione del lavoro personale all’interno del campo professionale.

Credo che dare questa fisionomia alla supervisione sia un elemento di ampliamento di prospettiva interessante e che corrisponda di più a ciò che nella realtà terapeutica, in modo esplicito ed implicito, accade.

Il gruppo avrà una cadenza quindicinale con sedute della durata di due ore, il numero massimo di partecipanti sarà di 10 persone ed il costo sarà di 40 euro per seduta + IVA se dovuta. Gli incontri si svolgeranno di venerdì dalle ore 16.00 alle 18.00.

Per maggiori informazioni contattare la segreteria dell’Istituto Emmeci: segreteria@istitutoemmeci.it , telefono 011/5611290 oppure 348/8746711.

Iscriviti entro il 20 ottobre 2021 compilando il seguente form!