In ricordo di Rose Galante (1942 – 2023)
Rose è stata una donna straordinaria, piena di vita e con spirito ottimistico. Nata in America, da una famiglia siciliana, ha vissuto in California dove è diventata terapeuta sistemica e relazionale, perfezionando la sua formazione a Palo Alto. Negli anni Ottanta è ritornata in Sicilia. A Catania ha fondato il Centro di Terapia Relazionale di Catania, sede del Centro Studi di Terapia Familiare e Relazionale. Per più di quarant’anni si è impegnata nel lavoro con le persone sofferenti, specializzandosi nella psicoterapia delle donne legate a uomini maltrattanti, diventando una delle principali esperte internazionali.
Mi legava a lei una profonda amicizia che coinvolgeva le nostre famiglie e una sintonia umana e professionale.
Amava descriversi donna battagliera e testarda e per questo ha portato avanti molti progetti superando diverse difficoltà e affermandosi in Italia e all’estero. Con la sua morte mi manca l’amica con cui condividere momenti di vita familiare e la collega generosa e sincera con la quale dialogare sulle molte idee di questa nostra professione bella e faticosa.
Mi piace ricordarla sorridente a spasso a Taormina con la sua inseparabile Sassy.
Francesco Bruni
E’ un grande dolore per me e per tutti noi del Centro Studi di Terapia Famigliare e Relazionale l’improvvisa scomparsa di Rose.
Tutto il Centro Studi si stringe alla famiglia con grande affetto.
Luigi Cancrini
Se ne è andata una carissima amica.
Sincera, leale e coraggiosa ha scritto una pagina nella terapia familiare italiana. Più di 40 anni fa aveva avuto la forza e il coraggio di aprire un centro di terapia familiare a Catania, affrontando anche dei rischi, con quel misto di donna californiana moderna e impetuosa e quella sicilianità di origine, sempre sentita con orgoglio. Parlava di suo padre con amore e ammirazione per quel carattere enfatico e risoluto che aveva di lui ereditato e di quel sangue siciliano che le aveva trasmesso
Ci siamo conosciuti più di 40 anni fa appena arrivato dall’Argentina e abbiamo simpatizzato immediatamente. Dal punto di vista professionale abbiamo condiviso decine di seminari, incontri e convegni che segnalavano una convinzione netta dell’importanza della persona del terapeuta.
Come amica abbiamo passato con la mia famiglia molto tempo insieme segnato sempre da una allegria genuina. E per quello che sia mia moglie che i miei figli sono tristi per questa partenza, non inaspettata giacché condividevamo con lei la nostra preoccupazione per la sua salute ma sicuramente con dolce malinconia
Ma Rose metteva sempre davanti il suo sorriso che è quello che mi porto dentro, come un messaggio di umanità e di amicizia.
Alfredo Canevaro
La perfetta armonia in cui, alle volte, convivono le relazioni, di amicizia e di stima professionale, costituisce senz’altro la cifra riassuntiva del rapporto con Rose Galante. Una frequentazione iniziata quando, ancora giovanissima, scherzando, le attribuivo la mia decisione di diventare terapeuta secondo una responsabilità che, poi, nella serietà della pratica professionale, è rimasta tra noi condivisa, traducendosi in un impegno comune nella cura dei clienti. E comuni erano e sono le radici professionali che riconducono entrambe alla tradizione della Psicologia Sistemica negli Stati Uniti, una bella storia americana, si potrebbe dire, come americana era Rose, che quella cultura è stata capace di riportare nel nostro vecchio continente, permettendoci di percepirne il riflesso non solo nelle conoscenze tecniche ma anche nella tangibile traccia storica degli aneddoti, entrambi ingredienti indispensabili alla conoscenza del percorso dei maestri della sistemica d’oltreoceano. E proprio in questo si ritrova uno tra i più rilevanti insegnamenti di Rose: la differenza tra il fare e l’essere un terapeuta, quando si declina il proprio sapere seguendo i clienti senza sovrapporsi e sostituirsi ad essi, e si cresce dribblando le suggestioni del successo così come le delusioni di eventi inattesi, per restare, sia rispetto alle persone seguite nella cura che alla comunità scientifica, la stessa terapeuta, diversa soltanto per una sempre maggiore competenza e consapevolezza del buon uso dei propri strumenti professionali.
Rose amava dell’Italia la splendida Taormina che dalla sua casa sormontava con la vista ed attorno alla quale faceva lunghe passeggiate insieme a Sassi (l’adorato cagnolino). In questa semplicità e disincanto si colloca oggi li ricordo di Rose, nella cornice del coraggio con il quale ha preso e difeso le sue decisioni anche a costo di pagare il prezzo dell’impopolarità che, spesso, come nel suo caso, è la conseguenza dell’anticipazione del progresso professionale e scientifico.
A me resta la sua generosa ospitalità, le incantevoli discussioni davanti ad una bottiglia di Nero d’Avola , l’ironia ed il suo coraggio, fino alla fine.
Maria Cristina Cavallaro