Le storie che ci fanno esistere

di Francesco Bruni

Siamo grovigli di storie che compongono la nostra esistenza e che ci aiutano a dare un senso alla vita. Storie che ritroviamo in psicoterapia per migliorare il benessere di chi chiede aiuto, superare la sofferenza  e ascoltare ed elaborare il dolore.

In psicoterapia, la storia della famiglia può essere raccontata con il Gioco dell’Oca diventando una nuova lettura degli eventi significativi, delle gioie e dei dolori, alla ricerca di un equilibrio fra appartenenza e individuazione. Gli eventi che caratterizzano la nostra storia si riferiscono al nostro modo di stare al mondo e costituiscono il significato che attribuiamo a noi stessi e al rapporto con gli altri. Sono eventi che possiamo rileggere alla luce dell’esperienza presente e interpretare in modo nuovo per prendere in mano il nostro destino, come integrazione della regolazione interna e delle esperienze interpersonali.

Il passato, anche quando è confinato nell’oblio, condiziona il presente dato che nel qui e ora, gli stati emotivi allora vissuti, che risiedono nella memoria implicita, vengono attivati da quanto sta accadendo.  Nella relazione di aiuto, il Gioco dell’Oca sistemico permette di partecipare a un racconto che contiene i segnali relazionali espliciti e impliciti, la cui integrazione ci fa ritrovare un nuovo adattamento frutto della rielaborazione degli eventi interpersonali, con uno sguardo sul presente per scoprire come vivere meglio, in una continuità evolutiva con il passato e con il futuro che si apre davanti a noi.

Quando i pazienti si sentono pronti  a raccontare gli eventi depositati nella memoria occorre  ascoltare la loro sofferenza, sapendo che l’oblio non ne cancella gli effetti e i condizionamenti.  Questi temi saranno trattati nel mio intervento con la presentazione di alcuni casi clinici come cura delle relazioni.

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