Ecologia della Mente_1-2021

Nel numero 1/2021 di ecologia della mente, come sempre, si esplorano vari “mondi” afferenti alla psicoterapia.

Nell’editoriale, Francesca Romana De Gregorio, ci parla della difficoltà di fronte alla quale tutti ci siamo trovanti quando è iniziata la pandemia e ci siamo trovati chiusi dentro le nostre case. Dal 2017 ha iniziato a praticare, insieme a Maria Laura Vittori e Sara Gentilezza, un approccio dialogico, “l’Open Dialogue”, con le famiglie in cui si verifica un episodio psicotico.
L’applicazione di questo approccio da remoto sembrava impossibile ma quando si sono trovate a dover utilizzare “l’on-line” per mantenere il contatto con i pazienti, hanno scoperto che proprio la connessione da remoto consentiva loro di rispettare al meglio i 7 Principi del Dialogo Aperto.

Nel primo articolo, “Il peso del passato, la ribellione del futuro: l’ascolto e la scrittura come strumenti per interrompere il circuito intergenerazionale dell’abuso”, Antonella Ciurlia e Paola Maione, si propongono di analizzare il potere e gli effetti transgenerazionali del trauma. Le situazioni di abuso sessuale non dichiarate, affrontate e curate possono compromettere lo sviluppo armonico della personalità e ostacolare la realizzazione di un’adeguata funzione genitoriale. L’ascolto empatico e partecipe del terapeuta come “testimone” e la scrittura, vengono individuati come due strumenti molto importanti per l’elaborazione del trauma.

L’articolo scritto da Anna Cristina Dellarosa e Ugo Maria Pàstina è particolarmente dedicato ai medici e agli operatori della salute, e si intitola: “Intervento interdisciplinare nelle emergenze psichiatriche in adolescenza e rilevanza dei determinanti sociali della salute mentale. Analisi dei dati di attività delle S.C. di NPIA e SPDC, dell’ASL di Taranto.”
In questo articolo si descrivono le modalità di gestione interdisciplinare di emergenze psichiatriche adolescenziali nel territorio dell’ASL di Taranto, con l’obiettivo di rispondere alla seguente domanda: che misura gli interventi messi in atto dalle Strutture Complesse di Neuropsichiatria Infanzia e Adolescenza e del Servizio Psichiatrico Diagnosi e Cura riescono a contrastare gli effetti disfunzionali del contesto, riducendo il rischio di un’evoluzione delle situazioni verso una cronicizzazione?
L’indagine si inscrive nell’ottica di una lettura sistemica dei rapporti fra i Servizi di Salute Mentale e il più ampio contesto socio sanitario.

Massimo Giorgini ci propone l’articolo che si intitola: ”Tre generazioni di Bateson: dalla genetica ai warm data” e, nello specifico, ci illustra come nel ripercorrere la storia della famiglia Bateson ci svela come il pensiero ecologico non sia nato dal nulla. Il suo approccio scientifico proviene dalle conversazioni, avute con il padre William fin dall’infanzia, che hanno modellato il suo modo di pensare. A conferma di questa trasmissione di idee avvenuta in ambito familiare, il lavoro di Gregory è stato ulteriormente sviluppato dalle sue due figlie: Mary Catherine lo ha aiutato nella stesura dei due ultimi libri e Nora sta dando un notevole impulso alla divulgazione e all’applicazione del pensiero sistemico ed ecologico del padre. Gregory come il padre William era solito intrattenere lunghe chiacchierate con le sue figlie quando erano in tenera età e questo ha lasciato una traccia indelebile e preziosa nel loro modo di pensare.

Vincenzo Di Nicola, ci introduce nel “Pensiero Lento”. E’ un saggio filosofico che parte dal movimento Slow che ha avuto inizio in Italia nel 1986 con la protesta di Slow Food. L’autore che è psicologo, psichiatra e filosofo, propone sette pilastri di un Manifesto del pensiero lento. L’importanza di questo manifesto è trasmessa attraverso intuizioni chiave sulla natura del pensiero. Abbiamo bisogno di una filosofia del pensiero lento perché fa appello alla riflessione prima della convinzione, alla chiarezza prima di una chiamata all’azione.

L’articolo di Luca Vallario, “Lacci: tra legame tradito e legame abbandonato” propone un’interpretazione del film “Lacci”. Attraverso un’analisi affidata a costrutti tecnici, come la diagnosi Tridimensionale della Famiglia, l’articolo evidenzia come i veri protagonisti della storia siano i figli. L’articolo prova a dimostrare come il film, oltre e più del fallimento di coppia, si soffermi sui minori, figli che vedono un legame, quello con i genitori, tradito in un conflitto di coppia che li fa sprofondare nella desolazione.

Con il suo articolo “Il circolo della sicurezza in un contesto non terapeutico”, Laura Celsi evidenzia come all’interno di un particolare contesto sportivo come quello della ginnastica artistica, la teoria dell’attaccamento possa svelare tutto il suo potenziale euristico e trasformativo. Questo sport, caratterizzato dal rischio e dal pericolo, si rivela un palcoscenico di espressione dei bisogni umani connessi sia al polo “base sicura/autoregolazione” sia al suo opposto “porto sicuro/co-regolazione”.

Silvia Pittera ci racconta la storia di Federico, “Il piccolo tiranno furioso”. La storia di una famiglia come tante e quindi meravigliosamente unica. La storia di una famiglia che con un po’ di aiuto assolverà a uno dei suoi compiti principali: immettere i figli nella civiltà e riconoscerli come soggetti del mondo.

Dott.ssa Eliana Bruna, Allieva Didatta Istituto Emmeci